Le armi tradizionali


Il Kama

Il Kama assomiglia a una falce e veniva usata dai contadini di Okinawa.
Simile al tonfa, erano molto comunemente usati in coppia e richiedevano molta abilità per maneggiarli, a causa della natura pericolosa dell'arma.
Come tutte le falci, il kama è tradizionalmente realizzato con un manico di legno e una lama di metallo leggermente curva. Nell'allenamento del Karate, la lama, la punta affilata e il manico possono essere utilizzati molto efficacemente in combattimento. Alcuni kata mostrano tecniche in cui è possibile utilizzare i kama anche per scopi difensivi, come parate e disarmo.
A causa della natura pericolosa dell'arma, l'addestramento viene solitamente effettuato con versioni senza la lama.


Il Sai

Il sai deve la sua diffusione all'isola di Okinawa (dove viene chiamato anche Ryukyu).
Il suo utilizzo lo si trova anche in India, Cina, Indonesia, Malesia e Thailandia.

La sua forma è essenzialmente composta da una sorta di asta di metallo o bastone arrotondato e appuntito, con due lunghe tsuba, proiezioni non affilate attaccate al manico. La parte finale del manico viene chiamata tirapugni.

Il Sai viene costruito in varie forme: quelli tradizionali sono arrotondati, mentre alcune riproduzioni più moderne hanno adottato un ottagono nel rostro centrale. Gli tsuba sono tradizionalmente simmetrici, tuttavia, il sai chiamato Manji, sviluppato da Taira Shinken impiega due tsuba uno opposto all'altro.

Si pensa che il sai sia sempre stato un'arma e non invece uno strumento di lavoro come la maggior parte delle armi tradizionali. La storia dei sai ha inizio in Cina, e si dice che siano stati introdotti in Giappone successivamente da alcuni monaci cinesi cultori delle arti marziali. Queste armi nascono soprattutto per difendersi dall'attacco di una spada ma possono anche venire usate come armi da lancio.


Il Tonfa

Il tonfa è costituito da un bastone lungo dai 40 ai 50 cm con un manico fissato perpendicolarmente ad un terzo della lunghezza del bastone. Tradizionalmente era realizzato con il legno di quercia rossa o bianca e in combattimento venivano utilizzati in coppia.

Si dice che quando i giapponesi confiscarono le armi agli Okinawensi, gli abitanti cercarono di sviluppare altri modi per difendersi utilizzando oggetti di uso quotidiano.
Il tonfa sembrerebbe il manico della macina che veniva normalmente utilizzato per preparare i cereali, ma dato che le arti marziali ad Okinawa erano però storicamente praticate dalle classi superiori, in alcuni documenti sembrerebbe invece che era un'arma importata da fuori. Troviamo infatti in Cina l'arma "Guai" ed in Malesia la "Topang". In Cambogia e in Thailandia viene utilizzata un'arma molto simile composta da un paio di mazze corte legate agli avambracci, conosciute in tailandese come "Mai sok" e in khmer come "Staupe".

Il tonfa può essere utilizzato sia per bloccare che per colpire e si può impugnare in tre modi diversi: honte-mochi (naturale), gyakute-mochi (rovesciato) e tokushu-mochi (speciale). Nella presa naturale si afferra la maniglia con la parte più lunga appoggiata lungo la parte inferiore dell'avambraccio. Questa presa fornisce protezione e rinforzo lungo gli avambracci e fornisce anche il rinforzo per le tecniche di pugno portati all'indietro e per i colpi portati con il gomito.


Pagina aggiornata sabato 13 gennaio 2024


Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà.
La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia.
Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhartha Gautama




Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto




Ad ogni forza si contrappone una controforza.
La violenza, anche prodotta da buone intenzioni,
rimbalza sempre su chi l’ha generata.

Yamaoka Tesshu




Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente;
non è tanto l’opinione in sé,
ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.

Arthur Schopenhauer