Il sai deve la sua diffusione all'isola di Okinawa (dove viene chiamato anche Ryukyu).
Il suo utilizzo lo si trova anche in India, Cina, Indonesia, Malesia e Thailandia.
La sua forma è essenzialmente composta da una sorta di asta di metallo o bastone arrotondato e appuntito, con due lunghe tsuba, proiezioni non affilate attaccate al manico. La parte finale del manico viene chiamata tirapugni.
Il Sai viene costruito in varie forme: quelli tradizionali sono arrotondati, mentre alcune riproduzioni più moderne hanno adottato un ottagono nel rostro centrale. Gli tsuba sono tradizionalmente simmetrici, tuttavia, il sai chiamato Manji, sviluppato da Taira Shinken impiega due tsuba uno opposto all'altro.
Si pensa che il sai sia sempre stato un'arma e non invece uno strumento di lavoro come la maggior parte delle armi tradizionali. La storia dei sai ha inizio in Cina, e si dice che siano stati introdotti in Giappone successivamente da alcuni monaci cinesi cultori delle arti marziali. Queste armi nascono soprattutto per difendersi dall'attacco di una spada ma possono anche venire usate come armi da lancio.
Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà. La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia. Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.
Siddhartha Gautama
Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri. E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.
Toro Seduto
Ad ogni forza si contrappone una controforza. La violenza, anche prodotta da buone intenzioni, rimbalza sempre su chi l’ha generata.
Yamaoka Tesshu
Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente; non è tanto l’opinione in sé, ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.