Benvenuti nel sito della Scuola di Karate tradizionale Bushido

Scuola di Karate stile Shotokan tradizionale dal 1977


Questo sito è dedicato alla Scuola di Karate tradizionale Bushido

e a tutti i Karateka che ne fanno e ne hanno fatto parte.





...come la superficie levigata di uno specchio

riflette qualunque cosa le stia intorno senza distorsioni

e una valle silenziosa riecheggia anche i rumori più deboli

allo stesso modo lo studente di karate

deve rendere vuota la mente da egoismi e debolezze


Gichin Funakoshi


Prossimi eventi:

Venerdì 15 Dicembre 2023 Torneo d'Inverno 2023
Sabato 13 Gennaio 2024 Karate Ni Sente Nashi e Kyusho Jitsu

3 Dicembre 2023 - Gara Festa di Natale AKIDO (11 foto)

Torneo d'Inverno 2023




Programma del Torneo:
17:00 - Saluto iniziale
17:10 - Inizio gara percorso
18:00 - Inizio gara Kihon
19:00 - Inizio gara Kata
20:00 - Saluto finale


Karate Ni Sente Nashi e Kyusho Jitsu




Il Karate come autodifesa e lo studio dei punti vitali

Cinisello, presso la sede USacli Cinisello
Sabato 13 Gennaio 2024

Programma dell'allenamento:
10:00-10:05 - Saluto iniziale
10:05-10:30 - Taiso
10:30-12:15 - Karate Ni Sente Nashi - Studio
12:15-12:55 - Kyusho Jitsu - Studio
12:55-13:00 - Saluto finale

Prossimi appuntamenti:
  • Sabato 24 Febbraio 2024
  • Sabato 9 Marzo 2024
  • Sabato 13 Aprile 2024
  • Sabato 25 Maggio 2024
  • Sabato 12 Ottobre 2024
  • Sabato 23 Novembre 2024
  • Sabato 7 Dicembre 2024


Le armi tradizionali: Il Tonfa




Il tonfa è costituito da un bastone lungo dai 40 ai 50 cm con un manico fissato perpendicolarmente ad un terzo della lunghezza del bastone. Tradizionalmente era realizzato con il legno di quercia rossa o bianca e in combattimento venivano utilizzati in coppia.

Si dice che quando i giapponesi confiscarono le armi agli Okinawensi, gli abitanti cercarono di sviluppare altri modi per difendersi utilizzando oggetti di uso quotidiano.
Il tonfa sembrerebbe il manico della macina che veniva normalmente utilizzato per preparare i cereali, ma dato che le arti marziali ad Okinawa erano però storicamente praticate dalle classi superiori, in alcuni documenti sembrerebbe invece che era un'arma importata da fuori. Troviamo infatti in Cina l'arma "Guai" ed in Malesia la "Topang". In Cambogia e in Thailandia viene utilizzata un'arma molto simile composta da un paio di mazze corte legate agli avambracci, conosciute in tailandese come "Mai sok" e in khmer come "Staupe".

Il tonfa può essere utilizzato sia per bloccare che per colpire e si può impugnare in tre modi diversi: honte-mochi (naturale), gyakute-mochi (rovesciato) e tokushu-mochi (speciale). Nella presa naturale si afferra la maniglia con la parte più lunga appoggiata lungo la parte inferiore dell'avambraccio. Questa presa fornisce protezione e rinforzo lungo gli avambracci e fornisce anche il rinforzo per le tecniche di pugno portati all'indietro e per i colpi portati con il gomito.

Nuovo altare 祭壇 per le nostre trasferte




Un ringraziamento al nostro presidente Daniele che ha realizzato il nuovo altare 祭壇 che utilizziamo quando siamo fuori dal Dojo.

押忍!

Alcune opere di Daniele


Il sogno di Akinosukè




Akinosuké era un Samurai semplice di campagna. Un giorno si trovava con due amici a parlare nel suo giardino e, sentendosi stanco, schiacciò un pisolino all'ombra di un bellissimo cedro.
Si addormentò e iniziò a sognare. Nel sogno si trovava nello stesso giardino. Più tardi giunse un corteo e l'uomo che ne era a capo iniziò a parlargli. Gli disse che era stato mandato dal re e che il re richiedeva la sua presenza al palazzo.
Akinosuké obbedì. Fu fatto accomodare in un palanchino e portato al palazzo reale. Una volta arrivato, il Samurai apprese che il re lo voleva come genero; indossò gli abiti da cerimonia preparati per lui e raggiunse la sala immensa dove si tenne la cerimonia nuziale. Conobbe così la sua futura moglie e dopo il matrimonio il re gli affidò il governo dell'isola chiamata Raishu.
Akinosukè sbarcò sull’isola insieme alla moglie e nei primi tre anni di governo, grazie all'aiuto dei fidati consiglieri, promulgò leggi che migliorarono le condizioni sociali della popolazione. L'isola e i suoi abitanti prosperarono per i successivi venti anni e la moglie gli diede sette figli.
Purtroppo un giorno la donna si ammalò e morì. Fu sepolta in cima a una bellissima collina e una volta terminato il periodo di lutto il re ordinò ad Akinosuké di tornare al suo popolo assicurandolo che si sarebbe preso egli stesso cura dei suoi figli.
Il vedovo obbedì all'ordine e fu accompagnato con onore su una nave. Ma quando la nave lasciò il porto l'isola di Raishu si fece sempre più grigia, ed infine sparì per sempre.
In quel momento Akinosuké si svegliò e si rese conto di trovarsi sotto al suo cedro in compagnia dei due amici. Raccontò a loro il suo sogno e gli amici, stupiti, gli dissero che aveva dormito solo per pochi minuti. Uno dei due gli rivelò di aver visto una farfalla che svolazzava sul suo viso mentre dormiva, la stessa farfalla si era poi avvicinata al suolo e fu catturata da una grossa formica che la tirò dentro al formicaio. I tre sentirono che la farfalla era l'anima di Akinosuké e che il formicaio nascondeva il segreto del suo sogno. Iniziarono così a scavare e portarono alla luce una piccola città in miniatura simile a quella del sogno di Akinosuké. Al centro della città si distingueva anche un'isola con una collina sormontata da un piccolo tumulo, al cui interno, scoprirono, era sepolta una formica femmina.

Proverbio zen




Chi si accontenta di essere contento è sempre contento.

Ultimo aggiornamento domenica 3 dicembre 2023


Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà.
La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia.
Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhartha Gautama




Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto




Ad ogni forza si contrappone una controforza.
La violenza, anche prodotta da buone intenzioni,
rimbalza sempre su chi l’ha generata.

Yamaoka Tesshu




Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente;
non è tanto l’opinione in sé,
ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.

Arthur Schopenhauer