Il Karate tradizionale




Come uno specchio limpido che riflette senza distorsioni o una valle silenziosa che dà l'eco,
così un Karateka deve eliminare tutti i pensieri egoistici e cattivi perché solamente con una mente o una coscienza libera può capire quello che sta imparando.
Egli é come un bambù verde vuoto dentro, diritto e con nodi, cioè gentile altruista e moderato.

Gichin Funakoshi

La Storia del Karate

La Storia del Karate è diventata ormai leggenda, oggi è veramente difficile districarsi tra le tante "verità" e le purtroppo altrettante mistificazioni.

Quello che è invece certo è che le vere chiavi di interpretazione di questa meravigliosa disciplina sono andate probabilmente perdute e la documentazione scritta è insufficiente. Molte delle informazioni sono arrivate a noi di terza o di quarta mano talvolta sono solo ricordi o opinioni personali. Per parlare di karate tradizionale ci si dovrebbe rifare alla storia del karate ma purtroppo parlare di storia del karate è ormai impossibile.

La pratica del karate come lo conosciamo noi inizia in segreto agli inizi del ventesimo secolo.
E' importante tenere conto che sul karate sono più le cose non dette (e volutamente taciute) di quelle rese pubbliche, inoltre l’insegnamento autentico è, nel rispetto di Daruma Taishi (Bodhidharma), quello che viene trasmesso "da cuore a cuore", direttamente dal maestro all'allievo (e non in palestre di centinaia di allievi o con supporti audiovisivi, ecc.).
Inoltre, dato che un vero Maestro ama il proprio allievo e adotta tutti gli espedienti e quelle sottigliezze pedagogiche che ritiene opportune e che meglio si prestano a favorire il suo sviluppo completo della personalità e dell’abilità tecnica (per il Karate e per la vita), per questa ragione molte tecniche e molti insegnamenti vengono spesso modificati con l’intenzione di educare e motivare positivamente l’allievo. Non ultimo il fatto che la verità, come la tecnica, è relativa al livello di comprensione di chi apprende. Questo significa che c'è una spiegazione superficiale che è evidente e che tutti sono in grado di vedere, ma c'è anche una spiegazione esoterica, più profonda che specialmente nel passato veniva confidata solamente a pochi fedelissimi.

La nascita del Karate Tradizionale

La nascita del Karate Tradizionale è da imputare al Maestro Hidetaka Nishiyama e con lui al Maestro Hiroshi Shirai.

Questi grandi Maestri hanno ridefinito il Karate che avevano appreso dai loro maestri definendolo Karate Tradizionale perchè il nome Karate era inflazionato da un insieme di discipline che con il karate originale sembravano avere poco in comune: karate moderno, karate sportivo, karate full contact, light contact e altre moltissime varianti, tanto che in tutte queste nuove tecniche ed espressioni corporee talvolta non si riusciva a riconoscere il Karate trasmesso dal Maestro Funakoshi e dai grandi maestri del passato.

Tradizione

Con il termine Tradizione si definisce l’atto di trasmettere qualcosa da persona a persona cercando di conservare il più fedelmente possibile ciò che è stato trasmesso e con l’impegno eventualmente di migliorarlo e di migliorarsi.

Il Karate Shotokan tradizionale

Il Karate Shotokan Tradizionale è quindi il tentativo di preservare la tradizione degli insegnamenti del Karate del Maestro Gichin Funakoshi e di suo figlio Yoshitaka (Gigō).
Quindi si tratta solo di una parte del Karate ovvero quella "modificata" e "semplificata" per poter essere fruibile da tutti.


Il Karate tradizionale è quindi solo un punto di partenza...

Pagina aggiornata giovedì 30 novembre 2023


Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà.
La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia.
Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhartha Gautama




Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto




Ad ogni forza si contrappone una controforza.
La violenza, anche prodotta da buone intenzioni,
rimbalza sempre su chi l’ha generata.

Yamaoka Tesshu




Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente;
non è tanto l’opinione in sé,
ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.

Arthur Schopenhauer