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13 e 14 Maggio 2023 - Stage "La Forza Dell'Onda 2023"


Due intense giornate di Karate, di Arte e di Cultura nella bellissima Liguria di Ponente, tra Bordighera e Camporosso passando dalla Mortola fino ai Balzi Rossi.

Eccoci arrivati, ad attenderci il bellissimo mare di Bordighera.

Ore 15:00, il saluto.

Siamo tutti pronti per cominciare l'intenso stage.

Il Maestro Fabio tiene il Taiso per gli adulti.

Il Maestro Enzo lavora insieme al Maestro Francesco con i karateka più piccoli.

Si lavora sulle tecniche base...

...che sono i pilastri della nostra bellissima Arte.

Per tutti lo studio delle basi è fondamentale: dagli allievi più piccoli fino ai maestri.




Il Maestro Enzo mostra alcune applicazioni aiutato dal Maestro Fabio.

Lo stage è finito, i karateka più piccoli sono già andati via,
e dopo la consueta foto di fine stage ci prepariamo per una visita speciale.

Ore 19:30, abbiamo il privilegio di poter visitare il prestigioso sito archeologico dei Balzi Rossi.
Uno dei più importanti siti di epoca preistorica in Europa.
Il sito comprende una serie di grotte ai piedi di una parete rocciosa di calcare dolomitico
frequentate dall'uomo preistorico nel Paleolitico.
Il percorso museale comprende la visita del Museo realizzato in prossimità delle grotte.
In questa giornata particolare visiteremo, oltre alla grotta del Caviglione,
anche la grotta della Barma Grande, normalmente chiusa al pubblico.

Le grotte dei Balzi Rossi si aprono ai piedi di una parete rocciosa di calcare dolomitico del Giurassico superiore alta circa 100 metri che costituisce la linea di costa tra la frazione Grimaldi di Ventimiglia e la frontiera francese.
Il nome della località è dovuto all'arrossamento superficiale della parete rocciosa
(nel dialetto di Mentone, Baussi Russi, rocce rosse).

Il Museo de "I Balzi Rossi" fu fondato nel 1898 da Sir Thomas Hanbury per raccogliere e custodire i reperti archeologici che i proprietari delle grotte hanno estratto tra gli anni 1892 e 1900.

Il Museo Preistorico dei Balzi Rossi rimase per lunghi anni come era stato originariamente concepito, semplice completamento della visita alla Barma Grande, all'interno della quale erano conservate in posto due sepolture paleolitiche e resti di un grande elefante preistorico.

Durante la Seconda Guerra Mondiale furono arrecati gravi danni ai reperti paleolitici e alle strutture espositive: il Museo, acquisito dallo Stato, fu riaperto solo nel 1955. L'attuale allestimento, completato nel 1994 grazie all'ampliamento degli spazi espositivi ottenuto con la costruzione del nuovo edificio museale, si inserisce in un percorso integrato di visita del Museo e dell'area archeologica.

Fonte: Museo preistorico dei "Balzi Rossi" e zona archeologica
https://cultura.gov.it/luogo/museo-preistorico-dei-balzi-rossi-e-zona-archeologica



E così la prima intensa giornata termina nei migliore dei modi con una specialissima cena in un bellissimo agriturismo di Vallebona.

Prima di rientrare passiamo dal Dojo del Maestro Francesco...

...e poi attraversando gli storici carugi...

...saliamo al nostro appartamento in una bellissima casa del 1200.

Il giorno successivo, dopo colazione, ci rechiamo ai Giardini Botanici Hanbury.

L'ingresso dei Giardini Botanici Hanbury.

Thomas Hanbury, dopo aver acquistato l'incantevole podere della famiglia Orengo situato alla Mortola, iniziò nel 1867 lo straordinario lavoro che avrebbe reso la sua proprietà uno dei giardini più famosi al mondo.

Alla trasformazione partecipò in maniera determinante il fratello Daniel Hanbury, che fornì le basi scientifiche per l'impianto del giardino di acclimatazione, il sogno che i due gentiluomini accarezzavano sin dalla giovinezza. Le prime piante di rose vennero portate nell'autunno e provenivano dal giardino paterno a Clapham Common.

Contemporaneamente vennero comperate dai vivai Huber a Hyeres, Nabonnand a Golfe-Juan e dal giardino Thuret a Cap d'Antibes. L'anno seguente le piante furono fatte arrivare da Parigi, da Montpellier, da Kew, anche grazie ai rapporti con scienziati, direttori di giardini botanici e commercianti di piante.

Già dai primi anni le collezioni di piante sudafricane, australiane e americane attirarono l'attenzione del mondo scientifico a livello internazionale. Le piante dei giardini non venivano solo considerate nel loro aspetto vivaistico ed esotico, ma erano anche oggetto di ricerche farmacologiche e studiate per la loro imporatanza economica.

La campana bronzea giapponese acquistata da Thomas Hanbury a Kyoto.

Non poteva mancare la classica foto dei maestri con la campana giapponese...

Il mosaico raffigurante il navigatore Marco Polo.

E' presente anche una limitata area a travertino, che origina un terreno sabbioso, ottimo per la coltivazione, ad esempio del genere Melaleuca. Thomas, Daniel e l'agronomo ed architetto del paesaggio Ludwig Winter (che nel 1868 divenne curatore dei giardini) dovettero risolvere il problema del dilavamento del terreno a causa delle piogge autunnali con importanti interventi di modellamento del terreno; dovettero anche predisporre sistemi di irrigazione che permettessero di fronteggiare le siccità estive

L'area occupata dai giardini è caratterizzata da un substrato di calcari nummulitici. Essi danno origine a un terreno difficile, compatto, facilmente erodibile dalle acque meteoriche e dai venti salmastri. Specie come i Rododendri, le Camelie e le Azalee non amano questo tipo di terreno.

Dal giardino passa per un tratto la vera Via Aurelia.

La placca "Via Aurelia".

I Giardini mantennero il loro carattere di centro politico e culturale e continuarono ad essere aperti al pubblico. La Soprintendenza vincolò la proprietà riconoscendone il valore architettonico, paesaggistico e culturale, vincolo ratificato dalla Legge 1089 del 1939. Lady Dorothy, moglie di Cecil Hambury, primogenito di Thomas Hambury risiedette alla Mortola anche dopo la morte del marito, avvenuta nel 1937, ma nel 1940 i Giardini, appartenenti a stranieri, furono confiscati e affidati al Banco di San Paolo.

Durante la seconda guerra mondiale i Giardini, occupati prima dalle truppe italiane, poi da quelle tedesche, subirono gravissimi danni. Il 1944 fu l'anno nero della proprietà che venne bombardata, saccheggiata e, naturalmente, abbandonata.

La schiava della fontana del Drago.

Nel 1945 Lady Dorothy riuscì a ritornare e con soli venti giardinieri iniziò l'opera di ricostruzione, supportata dal secondo marito il reverendo Rutven Forbes. Ma l'opera risultò superiore alle forze economiche di Dorothy, che dopo diversi tentativi, infruttuosi, di trovare sostenitori della sua fatica, si risolse, per tutelare la proprietà da probabili speculazioni a chiedere aiuto, durante il IX Congresso internazionale di Botanica, tenutosi a Montreal nel 1959.

Grazie anche all'intervento dell'Istituto di Studi Liguri, nel 1960 Lady Dorothy, vendette allo Stato Italiano il complesso della Mortola. La ratificazione avvenne nel 1962 e i giardini vennero affidati all'Istituto di Studi Liguri. L'attuazione del programma stilato dal Direttore dell'Istituto, Nino Lamboglia, di grande respiro e profondo impegno scientifico, didattico, culturale dovette essere scaglionato negli anni a causa della situazione di degrado che Onorato Masera, nominato direttore, si trovò a fronteggiare: iniziò i lavori di pulitura, la lavorazione del terreno, ricostituì il vivaio, la semina di migliaia di piante, lo scambio di semi con istituti botanici. Ma ancora le difficoltà non erano finite; in particolare il gravoso impegno economico, aggravato da altre problematiche contingenti, costrinsero l'Istituto a rinunciare all'impegno assunto nel 1979. I Giardini passarono in gestione al Ministero per i Beni Culturali e poi alla Soprintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici della Liguria. Gli anni '80 segnarono un periodo di riorganizzazione dei Giardini e di nuovi interventi volti a ristrutturare la proprietà: la Soprintendenza promosse il restauro della villa, iniziò alcuni interventi sugli altri edifici, recintò l'area, intervenne sull'impianto idrico ed elettrico, ricostruì muri di contenimento.

Nel 1983 fu conclusa la convenzione che affidava la gestione dei Giardini all'Università di Genova che però potè iniziare ad operare solo nel 1987, quando il documento fu ufficialmente trasmesso. Con la L. R. 31 del 2000, Regione Liguria ha istituito l'Area Protetta Regionale "Giardini botanici Hanbury" e nel 2002 la gestione universitaria, riconfermata anche dalla Legge Regionale, si è maggiormente organizzata con la costituzione di un Centro Universitario di Servizi. Oggi i 18 ettari di Giardini Hanbury stanno vivendo un periodo di vivace attività con l'attuazione di numerosissimi progetti che progressivamente stanno portando il complesso allo splendore architettonico e paesistico posseduto nell'800 e ad una valenza ed attività scientifica di livello internazionale.

Fonte: Giardini Botanici Hanbury - Università di Genova
https://giardinihanbury.com/giardino/storia

Pagina modificata giovedì 30 novembre 2023


Il segreto della salute fisica e mentale non sta nel lamentarsi del passato, né del preoccuparsi del futuro, ma nel vivere il momento presente con saggezza e serietà.
La vita può avere luogo solo nel momento presente. Se lo perdiamo, perdiamo la vita. L'amore nel passato è solo memoria. Quello nel futuro è fantasia.
Solo qui e ora possiamo amare veramente. Quando ti prendi cura di questo momento, ti prendi cura di tutto il tempo.

Siddhartha Gautama




Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro.
Il guerriero per noi è chi sacrifica se stesso per il bene degli altri.
E’ suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a se stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell’umanità.

Toro Seduto




Ad ogni forza si contrappone una controforza.
La violenza, anche prodotta da buone intenzioni,
rimbalza sempre su chi l’ha generata.

Yamaoka Tesshu




Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente;
non è tanto l’opinione in sé,
ma l’audacia di pensare da sé qualcosa che non sanno fare.

Arthur Schopenhauer